Le previsioni di produzione di albicocche in Europa – Europêch 2022 – sono state presentate quest’anno durante la fiera Medfel di Perpignan e CSO Italy ha partecipato fornendo le stime per l’Italia.
L’offerta di albicocche 2022 dei Paesi europei è prevista in 515 mila tonnellate, +31% rispetto al deficitario 2021, ma con volumi inferiori alla media 2016-2020 (-8%). I quantitativi si pongono su livelli più regolari ma non eccedentari e di fatto inferiori rispetto al potenziale produttivo. Il 2021 era stato un anno eccezionalmente deficitario, con meno di 400 mila tonnellate in Europa, ovvero il livello più basso degli ultimi 30 anni.
Quest’anno si sono verificati alcuni abbassamenti termici in diversi areali ma con un’intensità meno impattante rispetto al 2020-2021, fatta eccezione per la Spagna.
In Italia, l’offerta è prevista in poco meno di 263 mila tonnellate, in ripresa dopo le precedenti annate fortemente penalizzate dalle gelate. La produzione attesa per il 2022 è superiore del 40% rispetto ai bassi livelli di offerta del 2021, ma inferiore del 15% rispetto ad una annata di buona produzione.
In Francia, le stime per il 2022 si attestano su circa 128 mila tonnellate, più del doppio rispetto al minimo storico del 2021, ma comunque su un livello inferiore al pieno potenziale produttivo.
In Grecia vengono segnalate produzioni in ripresa dopo lo scarso 2021 ma che non raggiungono il massimo potenziale; le 64.500 tonnellate previste registrano un +17% sul basso 2021, ma un -20% rispetto alla media 2016-2020.
Le previsioni 2022 per la Spagna, evidenziano un’offerta inferiore alle 60 tonnellate, segnando un -37% rispetto al 2021 e -52% rispetto alla media 2016-2020, a causa delle gelate. Riduzioni significative riguardano tutte le regioni produttive: da Murcia (-17% sul deficitario 2021 e -46% sulla media 2016-2020) ad Aragona, dove la riduzione è pari al -85% sia sul 2021 che sulla media recente.
Relativamente all’Italia, si sottolinea il ritardo nello sviluppo e nella maturazione dei frutti, che sta interessando tutte le zone di produzione italiane.
La situazione si presenta oggi ancora in evoluzione e pertanto le stime rappresentano una prima valutazione produttiva, che potrebbe essere necessario aggiornare con l’avanzare della stagione.