I problemi e le prospettive del settore ortofrutticolo italiano sono stati analizzati oggi, all’assemblea dei soci di CSO Italy, nella relazione del presidente Paolo Bruni, che ha anche fissato gli obiettivi per il prossimo futuro.
Bruni è partito dalle problematiche del mondo produttivo. “La cimice asiatica – ha sottolineato – la maculatura bruna del pero, la moria del kiwi, insieme ai cambiamenti climatici con eventi atmosferici che fino a qualche anno fa non avremmo neppure immaginato possibili, hanno messo in ginocchio intere colture”.
Il presidente ha posto poi l’accento su un tema in corso di una più attenta valutazione a Bruxelles: “La giusta e condivisa idea di arrivare in agricoltura ad un mondo più sostenibile dal punto di vista ambientale – ha sottolineato – si scontra, in assenza di idonei e più avanzati strumenti di difesa delle colture, con l’indispensabile sostenibilità economica delle aziende”.
Gli obiettivi del New Deal dovranno tenere conto di una pandemia che ha comportato l’aumento dei costi aziendali. Dal 2021 in conseguenza del Covid, poi, quest’anno, a causa della guerra in Ucraina, il settore ha dovuto subire a tutti i livelli rincari arrivati a livelli non più sostenibili.
Anche il CSO – ha ricordato Bruni – ha dovuto misurarsi con questa emergenza sia all’interno ma soprattutto per sostenere, con iniziative utili, le aziende associate. “Nelle difficoltà di una contingenza imprevedibile – ha precisato il presidente – siamo tuttavia riusciti ancora di più a rendere evidente e strategico il nostro ruolo di sinergia rispetto ai grandi temi e dare strumenti al mondo ortofrutticolo per poter fare le scelte migliori e portare anche solide e oggettive istanze al mondo politico e istituzionale”.
Proprio nell’ultimo triennio CSO ha realizzato una serie di studi per quantificare il danno produttivo ed economico che hanno comportato la cimice asiatica nel 2019, la maculatura bruna nel 2020 e la grande gelata del 2020. “Queste analisi – ha sottolineato Bruni – hanno permesso di quantificare in modo oggettivo le ricadute economiche dei danni produttivi, che poi sono stati presentati alle istituzioni regionali e ministeriali e hanno permesso di ottenere gli aiuti economici necessari alle aziende per affrontare il grave momento di difficoltà”.
Dopo il webinar su “Prezzi delle materie prime – Rincari e conseguenze sul comparto agroalimentare”, CSO Italy quest’anno, insieme a Fruitimprese, ha ideato uno studio sull’impatto dei rincari in ortofrutta, in corso di elaborazione con il contributo dell’Università di Ferrara, Dipartimento di Economia.
Bruni ha ricordato il ruolo importante avuto da CSO Italy nella nascita di UNAPERA: “Un’iniziativa che abbiamo promosso in collaborazione con tutte le parti interessate e su cui riponiamo grandi speranze per ridare slancio al settore della pera”.
Nell’ambito del costo della manodopera, si è ricordato lo studio che sta per essere finalizzato per valutare l’applicazione di correttivi e sgravi fiscali per mantenere competitivo il settore. Parallelamente a questi impegni, CSO Italy ha ampliato la base sociale, che oggi conta 65 soci fra OP, AOP, imprese commerciali, consorzi e soci con attività nell’ambito della filiera. E non si è trattato di una crescita solo numerica. È cresciuta la rappresentatività, confermata dalla partecipazione delle associazioni più rappresentative del settore. Oggi nel consiglio di CSO Italy siedono, oltre ad aziende tra le strutturate a livello nazionale, associazioni come Fruitimprese, Italia Ortofrutta, Unaproa, ACI, Assomela e, da ultima, ma non meno importante, la CUT (la Commissione Uva da Tavola), un’adesione che “riveste per CSO un’importanza strategica, nella direzione di espandere e consolidare la presenza nelle regioni del Sud in un settore produttivo strategico”.
Infine, il presidente Bruni si è soffermato sugli impegni per il futuro. Proseguirà l’attività nell’informazione produttiva e di mercato, estendendola anche a campi nuovi come appunto l’uva da tavola, consolidando il ruolo di CSO anche per quel che riguarda gli studi sui consumi. Altro polo nevralgico, le attività di promozione che CSO gestirà, a partire da quest’anno e fino ad inizio 2025, con tre importanti progetti di promozione, uno su Asia, Giappone, Tailandia e Taiwan, un secondo che vede come Paesi target, USA ed Emirati Arabi e il terzo sul biologico nel mercato europeo.
Sul fronte dell’impegno internazionale, in primo piano resterà l’azione in tema di barriere fitosanitarie, focalizzata sull’apertura di nuovi mercati, e parallelamente la partecipazione alle principali fiere estere, fermo restando il supporto a Macfrut e a Futurpera. In generale, continuerà l’azione puntuale a supporto tecnico del settore, in diversi campi di applicazione che possano creare nuove opportunità agli associati, anche sui temi fitosanitari.
Una relazione ampia, che ha rispecchiato le complessità e la progettualità dell’intero settore ortofrutticolo nazionale per la tutela del quale CSO Italy rappresenta sempre più un presidio fondamentale.