Dal convegno Prognosfruit, in questi giorni a Trento, sono emerse le indicazioni sulla produzione di pere prevista per il 2023.
A livello complessivo nella UE sono previste 1 milione 746 mila tonnellate, -13% sul 2022. L’offerta si pone così sul livello più basso dell’ultimo decennio, ad esclusione del 2021, per uno dei prodotti tipici del territorio ferrarese. Per quanto riguarda l’offerta prevista in Italia, i dati riportati al convegno si riferiscono alla data 10 luglio ed evidenziano una situazione decisamente deficitaria a causa principalmente delle gelate di inizio aprile che hanno compromesso in modo molto grave la produzione. In Emilia Romagna la produzione è stata stimata sulle 105 mila tonnellate, oltre il 60% in meno rispetto all’anno precedente, al di sotto anche del 2021. A ciò ha concorso anche il calo registrato delle superfici, che è risultato particolarmente impattante proprio nel passaggio dal 2022 al 2023. La situazione non è rosea anche nelle altre regioni d’Italia, dove si registrano cali significativi.
A livello nazionale sono previste 187 mila tonnellate, -63% sul 2022 e -7% sul 2021, la produzione più contenuta di sempre. Questi dati non tengono conto degli ulteriori e gravi danni subìti dalle coltivazioni a seguito degli eventi meteo estremi che si sono susseguiti nella seconda metà del mese di luglio e che hanno comportato perdite di prodotto, ma anche problemi qualitativi. È pertanto verosimile che la produzione raccolta a consuntivo sarà inferiore a quella stimata ad inizio luglio, con una quota di prodotto destinata al fresco ulteriormente ridotta. «Siamo di fronte ad una situazione di estrema criticità – afferma da parte sua Mauro Grossi, presidente del Consorzio della Pera dell’Emilia Romagna IGP – che quest’anno è arrivata al culmine. In questi anni abbiamo cercato di riorganizzare il comparto anche attraverso lo strumento del Consorzio IGP, riconoscendone le potenzialità in termini di legame con il territorio, qualità e identità, ma tutto ciò non basta». «La situazione è gravissima – conclude Paolo Bruni, presidente di Cso Italy –, abbiamo assistito ad ingenti abbattimenti di pereti fino all’estate, quindi in prossimità della raccolta, situazione questa senza precedenti, proprio perché anche grandi aziende non vedono più un minimo di prospettiva».
Fonte: Il resto del Carlino del 4 agosto 2023
Da La Nuova Ferrara del 9 agosto 2023