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Bruni (CSO Italy) dobbiamo rilanciare le esportazioni di ortofrutta. La quadra è sempre un mix di politica e tecnicalità

By 18 Febbraio 2020No Comments

Reduce da Fruit Logistica di Berlino il presidente del CSO Italy Paolo Bruni traccia in questa intervista un quadro della situazione del comparto ortofrutticolo italiano sia per quanto riguarda il fronte interno alle prese con la lotta alla cimice asiatica sia per quello che concerne i mercati esteri. “Chiudiamo un’annata con una produzione particolarmente deficitaria, in taluni casi con risvolti drammatici: si stima che i produttori di pere abbiano perso oltre 8.000 euro a ettaro per la produzione di pere”, fa notare Bruni.

Come se ne esce?
Dobbiamo trovare una soluzione per sconfiggere la cimice asiatica e altre patologie legate ai cambiamenti climatici e sperare che non ci siano altre emergenze. La soluzione, al di là dell’utilizzo della vespa samurai, i cui effetti non saranno visibili a breve termine, rende necessario utilizzare principi attivi. Senza nulla togliere alla consapevolezza della protezione dell’ambiente, in assenza di un adeguato uso della chimica non si potrà sconfiggere l’insetto.

Quali passi si stanno facendo in concreto?
A fine febbraio a Bruxelles ci sarà una discussione proprio su questo punto. Al di là del rimborso del danno subito che complessivamente per le sole specie pere, mele, pesche e nettarine e kiwi ammonta a 600 milioni di euro e mi auguro che la convergenza delle forze aiuti a trovare la soluzione per combattere il parassita e per riportare la produzione alla normalità.

Al di là del problema cimice come valuta la situazione italiana?
L’Italia, da 10 anni, sta perdendo progressivamente quote di produzione ortofrutticola. Per alcune colture questa perdita è una diretta conseguenza di una forte concorrenza con altri importanti paesi produttori: mi riferisco alle pesche e nettarine, alle arance solo per fare degli esempi e recentemente anche il kiwi nei confronti della Grecia. Per altre colture, come si diceva sopra, il calo è il risultato di diversi fattori, tra cui cambiamenti climatici che rendono sempre più difficile produrre e nuove fitopatologie.

Siamo i più grandi produttori europei solo se si conteggia anche il pomodoro da trasformazione ma senza questo siamo inferiori alla Spagna. Infatti produciamo 24 milioni di tonnellate, comprese le sei di pomodoro, mentre la Spagna nei produce 23 senza pomodoro. Mi sembra una ragione sufficiente per adottare linee d’azione per salvare la produzione.

Qual è il punto più dolente?
Di punti dolenti ce ne sono molti, dall’attuare misure urgenti per combattere le fisiopatie, da una riflessione sui costi di produzione, troppo elevati in Italia per competere con gli altri paesi e sul fronte del mercato una mancanza di una vera strategia di internazionalizzazione.

A differenza di altri settori, per l’ortofrutta il tema delle esportazioni è centrale e in questo ambito l’Italia ogni giorno perde terreno. Questa è un’urgenza assoluta da affrontare. La Spagna, con una produzione simile, esporta 3-3,5 volte in più di noi. Inoltre si presenta al mondo con un sistema fieristico forte: Fruit Attraction di Madrid è la sintesi di tutte le vecchie fiere ortofrutticole spagnole e sta erodendo quote a Berlino

Cosa manca a noi per riprendere a correre?
Di gruppi imprenditoriali bravi e potenti ne abbiamo tanti quanti la Spagna. La carenza e’ nel sistema paese dove l’Italia segna terribilmente il passo. Nelle fiere internazionali gli altri paesi sono presenti come tali mentre noi, a Berlino, eravamo in 50 riuniti in Piazza Italia organizzata dal CSO Italy, ma gli altri 400 italiani erano lì in ordine sparso. Comunque Fruit Logistica nonostante i timori della vigilia causati dal coronavirus è andata bene!

Cosa serve per fare sistema?
Per fare sistema occorre portare avanti rapporti bilaterali con i paesi dove la nostra frutta ancora non arriva e siamo in ritardo anche su questo.

Perchè?
Molto spesso non vi è una presa di coscienza da parte politica dell’importanza e della strategicità dell’apertura dei nuovi mercati anche per il settore ortofrutticolo e di conseguenza non vengono convogliate tutte le energie necessarie per far sì che anche i dossier italiani possano proseguire. In questo ambito, è di fondamentale importanza l’aspetto politico-diplomatico e le buone relazioni con gli altri Paesi a cui deve poi seguire un ottimo supporto tecnico.

I produttori come si stanno muovendo?
Il CSO Italy ha messo a punto un documento sottoscritto dai maggiori gruppi italiani (Alleanza Cooperative Italiane-Settore Agroalimentare, Assomela, Italia Ortofrutta, Fruitimprese, CSO Italy) sulle priorità dei mercati da aprire: Thailandia, Messico, Cina. A questo punto la politica non può coprirsi dietro al fatto che operatori non sono d’accordo!

Il governo sta a guardare?
La ministra Bellanova ha dichiarato di voler convocare un tavolo che può diventare utile solo se prende decisioni.

Quali?
Per esempio che nei prossimi sei mesi si lavorerà su tre o quattro aperture di mercati e non ci si arrenderà finché non verrà raggiunto l’obiettivo. È così che si fa sistema paese, se no sono chiacchiere. Bisogna prevenire i problemi sollevati dagli operatori! La quadra è sempre un mix di politica e tecnicalità. Gli altri paesi hanno prodotto decisioni e le hanno applicate raggiungendo risultati in mercati che per noi sono ancora chiusi. Questo penalizza l’ortofrutta italiana che ha imprenditori di primordine anche nel Mezzogiorno dove si sta sempre più spostando la produzione.

Nella tabella seguente è riportata la situazione dei mercati:

MERCATI APERTI NELL’ULTIMO PERIODO E NEGOZIATI IN FASE DI CHIUSURA

MESSICO – KIWI > a maggio 2019 è arrivata l’ufficializzazione dell’apertura del mercato Messicano per il kiwi italiano, il primo kiwi europeo ad arrivare su questo importante mercato.

COLOMBIA – KIWI > a settembre 2019, dopo 3 anni di chiusura, è stato riaperto il mercato del kiwi italiano per la Colombia.

TAIWAN – MELE > dopo la visita di fine novembre 2019 sono state inviate le informazioni integrative richieste dall’ispettrice. Il protocollo dovrebbe essere operativo già a fine di questa campagna commerciale, in modo da inviare qualche container di prova.

VIETNAM – MELE> il protocollo è già stato definito a settembre 2019 e alcuni operatori iscritti nelle liste che hanno già adempiuto ai requisiti possono ufficialmente iniziare le esportazioni in questa campagna commerciale.

TAILANDIA – MELE > dopo la visita di settembre 2019 coordinata con la Commissione Europea ed il Mipaaf, da pochi giorni è arrivata – a sorpresa – la comunicazione che le autorità tailandesi pubblicheranno a breve il protocollo definitivo e si potranno fare le prime spedizioni già a fine di questa campagna commerciale.

CINA-NAVE STIVA > è in fase di ultimazione anche l’addendum per esportare i prodotti ortofrutticoli – kiwi – utilizzando la nave stiva, un mezzo alternativo ad aereo e nave portacontainer già ammessi che ci permetterà di migliorare la logistica, accorciando i tempi di transito a circa 20 giorni, contro i canonici 45 con container.

MERCATI ANCORA CHIUSI: NEGOZIATI GIÀ’ AVVIATI O DA AVVIARE FORMALMENTE

BRASILE – SUSINE varietà prunus salicina > dal 2014, il Brasile ha sospeso l’import di susine angeleno, la varietà più importante. Dopo diversi scambi documentali ed invio di informazioni integrative, a luglio 2019, il Brasile ha trasmesso una bozza di condizioni. Purtroppo ad oggi non si hanno ancora indicazioni certe sulla possibilità di riprendere le spedizioni di susine Angeleno.

CINA – PERE > il dossier è ufficialmente in fase di negoziazione dal 2017. Dopo i primi step, il prossimo sarà la visita degli ispettori cinesi a tutta la filiera delle pere ipotizzata per settembre 2020. Tale visita servirà per definire le condizioni fitosanitarie e di conseguenza la bozza di protocollo con le condizioni per iniziare ad esportare le pere in Cina. Importantissimo chiudere quanto prima il dossier delle pere per poi passare immediatamente a quello delle MELE, già in priorità ufficiale.

VIETNAM – KIWI > terminato il protocollo mele, come da indicazioni delle priorità da parte del settore ortofrutticolo, nel 2017, il prossimo dossier da esaminare è quello del KIWI e a seguire quello delle PERE.

MESSICO – MELE E PERE > considerato che il protocollo kiwi si è ufficialmente chiuso come settore, abbiamo indicato come priorità l’esame congiunto dei dossier di mele e pere.

THAILANDIA – KIWI, PERE, UVA DA TAVOLA ED ALTRI PRODOTTI > facendo seguito all’ottima notizia ricevuta pochi giorni fa circa la chiusura positiva del dossier mele, ora sarebbe opportuno avviare i negoziati anche per altri prodotti, come uva da tavola, kiwi e pere.

Di Letizia Martirano / Agrapress