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Brexit in tre fasi anche per l’ortofrutta

By 11 Dicembre 2020No Comments

Indicazioni pratiche per gli operatori dall’incontro online di CSO Italy, Fruitimprese e DCS Tramaco

Dal primo gennaio 2021, con la fine del periodo di transizione, il Regno Unito sarà definitivamente fuori dall’Unione Europea. Una svolta storica, un cambiamento dalle ripercussioni importanti che coinvolgeranno l’intera economia, comparto ortofrutticolo compreso, per il quale il Paese d’Oltremanica è tra i principali mercati di destinazione.
“Nell’ultimo quinquennio, le esportazioni di ortofrutta dell’Italia verso gli UK sono state superiori alle 140 mila tonnellate annue, di cui più di 100 mila tons delle specie frutticole maggiormente prodotte”, ha spiegato il presidente di CSO Italy Paolo Bruni in apertura dell’incontro online di ieri dal titolo “La Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea: Cosa cambia per gli operatori dell’ortofrutta dal 1° gennaio 2021”, organizzato da CSO Italy, Fruitimprese e DCS Tramaco e che ha visto la presenza di oltre 120 partecipanti.
Tra qualche settimana il Regno Unito diventerà dunque a tutti gli effetti un Paese terzo per gli Stati membri dell’Unione Europea e ciò si tradurrà in maggiori controlli fitosanitari sul movimento merci dall’UE, nell’implementazione di nuove pratiche doganali e dazi, nell’introduzione di regimi IVA diversi, nella gestione di differenti standard di etichettatura e imballaggio e di nuovi protocolli di trasporto.
“Una riforma radicale, anche se non ancora del tutto definita a causa del prolungarsi delle trattative tra le parti, che ci auguriamo si concludano al più presto con un accordo di libero scambio – commenta Marco Salvi presidente di Fruitimprese – Per l’ortofrutta italiana il Regno Unito rappresenta il sesto mercato di esportazione in termini di volumi e il quarto per fatturato, con un valore di oltre 250 milioni di euro l’anno, generati in primis dall’export di mele, uva da tavola e kiwi”.
La transizione verrà gestita dal governo britannico introducendo i nuovi controlli doganali in tre fasi, con piena applicazione dal primo luglio 2021.
Cosa succederà dunque dal 1° gennaio?
“A gennaio le nuove procedure in ambito ortofrutticolo riguarderanno gli scambi di patate da semina e da consumo, mentre per tutti gli altri prodotti c’è ancora qualche mese a disposizione – precisa Paolo Triossi consigliere delegato di DCS Tramaco – Si tratta di tempo prezioso che gli operatori hanno a disposizione per non farsi trovare impreparati. Il consiglio è di dotarsi di un codice EORI (Economic Operator Registration and Identification), di rivolgersi ad un intermediario doganale e di chiarire preventivamente alcuni punti con il proprio partner commerciale in loco”.

Approfondire tutti gli aspetti e tenersi aggiornati grazie alla costante consulenza del modello su cui si baseranno le operazioni di gestione di confine del Regno Unito, il Border Operating Model, consultabile anche online, sembra essere il modo migliore per affrontare le novità commerciali legate alla Brexit.
Persistendo però l’incertezza dovuta all’attuale mancanza di un accordo di scambio, non è possibile fare chiarezza su alcuni passaggi critici ad esso legati, in particolare in riferimento alla logistica e al trasporto.

“Elementi fondamentali che meriterebbero il giusto approfondimento – ha concluso l’incontro il presidente di CSO Italy Paolo Bruni – È pertanto nostro impegno darci appuntamento per fare una sintesi alla luce dei prossimi sviluppi prima dell’inizio della seconda fase, quando le nuove procedure coinvolgeranno la maggior parte dei prodotti ortofrutticoli esportati dall’Italia verso il Regno Unito”
Il Console generale britannico incaricato e direttore del Department for International Trade Italy Ben Greenwood, Davide Tentori senior trade policy advisor e la direttrice dell’Ufficio per gli Affari Europei dell’Ambasciata Britannica in Roma, Anita Nappo hanno fornito un quadro esaustivo e chiaro con tutte le indicazioni pratiche per le imprese associate . Moderatori: Simona Rubbi responsabile delle relazioni internazionali di CSO Italy e Pietro Mauro direttore di Fruitimprese.