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All’Italian Berry Day i dati di CSO Italy sulla crescita nel nostro Paese dei piccoli frutti

By 8 Settembre 2021No Comments

Si è tenuto oggi, mercoledì 8 settembre, durante la seconda giornata del Macfrut di Rimini, l’Italian Berry Day. Una lunga maratona di interventi dedicati al comparto dei piccoli frutti, segmento che continua a mostrare importanti segnali di crescita. In soli cinque anni, in Italia i consumi dei piccoli frutti (escluso il fuori casa) sono infatti saliti dalle 5.900 tonnellate circa del 2016 alle 9.700 tonnellate del 2020 (+64%) e nel primo semestre 2021 si è registrata un’ulteriore crescita, con un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’interesse del mercato retail viene confermato anche valutando la crescita delle importazioni negli anni. Nel 2020 sono entrate nel nostro Paese circa 17.400 tonnellate di piccoli frutti, soprattutto mirtilli e lamponi da Spagna e Cile, a fronte di circa 13 mila tonnellate del 2016.

Davanti a tale scenario, caratterizzato dall’importante ruolo svolto dalle importazioni, risulta dunque naturale l’aumento di attenzione nei confronti di queste produzioni anche da parte degli operatori nostrani.

A fare una panoramica del contesto produttivo in termini di superfici e investimenti strategici dedicati, è intervenuto nell’ambito dell’Italian Berry Day, Tomas Bosi di CSO Italy.

“L’aggiornamento della stima degli areali al 2021 conferma il trend di ampliamento in atto da diversi anni in più Regioni. A livello complessivo, si parla di poco meno di 2.200 ettari, con una cresciuta del 10% in un solo anno, e appena tre anni fa tali superfici erano meno di 1.700 ettari. Dunque la tendenza all’incremento in atto è molto evidente”, ha affermato Bosi.

Tra tutte le specie di piccoli frutti, i mirtilli – come ha precisato l’esponente di CSO Italy – sono quelli più diffusi e si attestano su quasi 1.400 ettari (+9% sul 2020); seguono i lamponi che sono saliti a circa 400 ettari (+12%) e, più distanziate ma in ascesa, le more con poco più di 200 ettari dedicati. Infine ci sono i ribes con circa 180 ettari.

“Al di là della variazione rispetto alla scorsa annata, va detto che l’estensione produttiva abbraccia tutte le specie”, ha spiegato Bosi. In primis i mirtilli: si tratta di una produzione ancora prevalentemente legata alle regioni del Nord, che detengono il 90% degli impianti nazionali, ma che evidenzia segnali di crescita anche al Sud dove sono stati raggiunti quasi i 100 ettari, grazie ad una buona accelerata registrata nell’ultimo biennio. Stessa curva di crescita per i lamponi, per i quali si riscontra un incremento produttivo soprattutto nel Meridione, mentre nel Settentrione i dati restano grosso modo stabili, soprattutto nelle principali Regioni di produzione quali Trentino Alto Adige, Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.

Trentino e Veneto si contendono il primato in termini di superfici di more, ma l’interesse, anche per questa specie, cresce un po’ ovunque lungo la Penisola compreso l’estremo Sud. In definitiva, nel suo intervento Tomas Bosi ha confermato l’elevato interesse verso la produzione di piccoli frutti da parte dei produttori di tutta la Penisola.